Impero by David Potter

Impero by David Potter

autore:David Potter [Potter, David]
La lingua: ita
Format: epub
editore: Hoepli
pubblicato: 2024-06-26T00:00:00+00:00


20

63 a.C.

Il 63 a.C. fu un anno decisivo per tre uomini di cui stiamo tratteggiando la carriera. Per Pompeo fu l’anno in cui pose fine alla guerra contro Mitridate. Per Cicerone, l’anno in cui divenne console. Per Cesare, quello in cui vinse due elezioni affermandosi come l’astro nascente del firmamento politico. Fu anche l’anno del fallito tentativo di Catilina di rovesciare il governo.

Pompeo aveva ottenuto il comando contro Mitridate all’indomani della sua trionfale campagna contro i pirati della seconda metà del 67 a.C. In sei mesi aveva fatto quello che non era riuscito a nessuno dei suoi predecessori incaricati di sopprimere la pirateria nel Mediterraneo. E sebbene sia esagerato affermare, come Pompeo, che la minaccia era stata debellata, è vero che le flotte corsare che spadroneggiavano negli anni precedenti non esistevano più. Pompeo possedeva doti amministrative assai spiccate e, a dispetto di quanto dicevano i suoi detrattori (ad esempio, che fosse stato un assassino già da adolescente), non era un massacratore. Pompeo riconobbe che la pirateria era una scelta di vita per chi viveva in condizioni economiche altrimenti difficili a Creta e nel Sud della Turchia, e quindi reinsediò le comunità piratesche in aree dove avrebbero potuto sostentarsi con l’agricoltura. Si trattava di territori talvolta molto lontani da casa – troviamo ex pirati in Cirenaica, e persino in Italia settentrionale. Essendosi rese conto di poter ottenere un accordo con Pompeo che sarebbe stato ben più vantaggioso che sfidare i suoi legati, le comunità cretesi gli inviarono delle ambascerie di pace in Cilicia, dove si trovava in quel momento.

Mentre Pompeo era impegnato nella guerra ai pirati, quella mitridatica prese una brutta piega. Nel 67 a.C. Mitridate era tornato nel Ponto e nell’autunno di quell’anno sconfisse la guarnigione romana e annientò le forze guidate dai Triario, legato di Lucullo (il nuovo governatore, Glabrione, sarebbe arrivato solo alla fine dell’anno). Con l’esercito in sciopero, non c’era niente che Lucullo potesse fare. Glabrione arrivò e a Lucullo fu ordinato di passargli una parte dell’esercito, liquidare le legioni ribelli di Fimbria e riprendere la via dell’Italia con quelli fra i suoi uomini che all’arrivo in patria avrebbero maturato il diritto al congedo. Ora non si trovava nelle condizioni di sfidare Mitridate nel Ponto, e il suo sostituto al governatorato della Cilicia – eletto per intervenire ad Antiochia, dove quel che restava del regime seleucide era crollato nel caos – non era in grado di intervenire negli eventi che stavano dipanandosi nel Nord.

Quando la notizia della sconfitta di Triario raggiunse Roma, scoppiò il panico, specialmente tra quelli che si erano appena aggiudicati l’appalto per la riscossione delle tasse in Asia. Nessuno sembrava credere che Glabrione fosse all’altezza del compito. Un’altra soluzione urgeva, ed era accessibile. L’11 dicembre il tribuno Manilio presentò una legge per trasferire il comando della guerra contro «i re» – Tigrane e Mitridate – a Pompeo che, opportunamente, si trovava già in Cilicia. Questa legge attribuiva a Pompeo le province di Bitinia e Cilicia, oltre al diritto aggiuntivo – dapprima posseduto da Lucullo



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